Dopo aver creato tipologie di contratti sempre più favorevoli per le aziende, il governo Berlusconi sta cercando di portare il suo attacco all’ultimo baluardo in difesa dei diritti dei lavoratori, lo Statuto dei Lavoratori.

Lo aveva già fatto in particolare nel 2002 con l’attacco all’articolo 18 e ,dopo aver tentato di limitare il diritto di sciopero nei servizi pubblici, ha continuato in questa direzione con l’approvazione del ddl 1167-b , in cui si prevede il ricorso all’arbitrato di equità” per le controversie di lavoro, disegno di legge che è stato rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica a causa di elementi evidenti di incostituzionalità .

Alla vigilia della Festa dei Lavoratori , in un’intervista su Libero, il Ministro Sacconi ha annunciato l’intenzione di questo Governo di cambiare lo Statuto dei Lavoratori con Lo Statuto dei Lavori e l’ha motivato con queste parole “oggi possiamo pensare ad una regolazione di legge molto più essenziale, riferita ai diritti fondamentali nel lavoro, che devono essere riconosciuti a tutte le persone, per rinviare alle parti sociali, alla loro capacità di reciproco adattamento nei diversi contesti territoriali, settoriali, aziendali, la regolazione nei rapporti di lavoro di molte tutele”.

In realtà non si tratta di dare più diritti a tutte quelle forme di lavoro che lo stesso Governo di destra ha contribuito ad accrescere in questi anni. Se avesse voluto farlo, il Governo Berlusconi si sarebbe limitato ad aggiungere alla legge 300/70 un nuovo corpo normativo a tutela dei nuovi lavori, comprese le collaborazioni a progetto.

Se Sacconi afferma di voler cambiare lo Statuto dei Lavoratori non lo fa , certamente, per dare a tutti i lavori alcuni diritti fondamentali come il diritto alla sicurezza e alla salute, quello ad una remunerazione adeguata , il diritto alla formazione permanente e per garantire una stabilità lavorativa, un’indennità generalizzata in caso di licenziamento, una pensione dignitosa e la possibilità di conciliare i tempi di vita e di lavoro. Quello che Sacconi vuole è lo smantellamento del “diritto del lavoro” che ha il suo fulcro nello Statuto dei Lavoratori ; infatti , come è ben evidente anche dal suo Libro Bianco, egli mira a sostituire diritti universali sanciti dalla legge , in questo caso per tutti i lavoratori dipendenti , con una negoziazione di diritti e garanzie a livello di impresa dove valgono i rapporti di forza e dove sarebbero garantiti solo i lavoratori delle categorie più forti, ammesso che oggi esistano .

Sacconi ed il Governo Berlusconi hanno intenzione di dare una protezione minima ad ogni tipo di lavoro, mentre le norme che regolano i diritti e le tutele saranno definiti in ogni realtà produttiva senza più quella garanzia di legge che è sancita oggi dalla legge 300/70 nota come Statuto dei Lavoratori.

In conclusione, prima si sono create forme di lavoro con meno diritti e poi, con la scusa di dar loro qualche tutela, si tenta si smantellare la legge 300 che garantisce i lavoratori subordinati.

Comments are closed.

Post Navigation